Smontiamo il nostro primo orologio
Le basi per operare sui nostri segnatempo.
Come promesso nello scorso articolo che trattava della scelta di luogo e strumenti di lavoro, vediamo oggi come passare alla parte pratica.
Il consiglio è di scegliere un orologio di grandi dimensioni. Magari uno di quelli da tasca chiamati “Goliath” proprio perché di misura extra-large. Erano modelli che servivano come regolatore, e sebbene qualcuno li portasse nel taschino, nella maggior parte dei casi erano esposti su un mobile di casa e segnavano il tempo per tutti i famigliari.
In realtà già in passato su questo stesso blog avevamo affrontato l’argomento dello smontaggio in un articolo specifico. Avevamo però preso in considerazione un movimento di un orologio da polso. Partendo invece da queste basi potremo, grazie alle dimensioni di un “Goliath”, cimentarci anche in qualche piccola riparazione. Come vedremo.
Il “Goliath”che ci servirà da cavia, marchiato Lido, ha un problema che potremo risolvere facilmente: la sostituzione della molla di carica.
Liberiamo il movimento dalla cassa
Per prima cosa provvederemo ad estrarre il movimento dalla cassa, che in questo caso è un doppio fondello.
Rimuoviamo per prima cosa le viti di fissaggio. Le riconosceremo perché sono le uniche che sporgono dal movimento e si appoggiano sulla carrure.
Una volta liberato il movimento dovremo staccare la lunetta col vetro, aiutandoci con un temperino. Eseguiamo questa operazione individuando prima la piccola fessura che certamente esiste, e indica il punto dove inserire la lama. Esercitiamo una pressione sulla lama esattamente nel punto di contatto e quando sarà introdotta tra carrure e lunetta facciamo leggerissimamente leva verso l’esterno.
Ora il movimento è tenuto nella carrure solo dall’albero di carica. Individuiamo la vite di fissaggio, che solitamente è più piccola delle altre e sempre nelle adiacenze dell’albero. Abituatevi a non svitarla completamente. In questo caso la messa in orario non prevede che l’albero venga estratto, ma funziona attraverso la pressione di un piccolo pulsante. Negli orologi moderni invece la vite stringe il tiretto, ed è buona regola non svincolarla del tutto.
Estraendo l’albero di carica il movimento scivola via dalla carrure. Provvediamo però a re-inserirlo subito dopo nel movimento nudo perché ci servirà.
Smontiamo il quadrante
Per togliere il quadrante occorre rimuovere le lancette. Possiamo servirci di un attrezzo specifico, come quello indicato nella fotografia, oppure fare delicatamente leva alla base delle lancette. Attenzione perché in questo e altri molti casi il, quadrante è smaltato e perciò delicatissimo. Esistono delle comodissime placchette in plastica prodotte dalla Bergeon che servono per evitare il contatto diretto.
Una volta tolte le lancette dovremo estrarre il quadrante. Individuiamo le viti che lo tengono fissato al movimento. Non è difficile e basta una rapida osservazione.
Sfiliamo il quadrante in senso verticale, in modo da non danneggiare l’eventuale perno dei secondi. Aiutiamoci lungo il perimetro del movimento con uno stecchino oppure con un cacciavite piccolo.
Riponiamo il quadrante in un posto protetto.
Scarichiamo l’orologio
L’operazione che svolgeremo ora è della massima importanza. Saltando questo passaggio nella maggior parte dei casi rovineremmo l’orologio in modo pesante.
Operiamo sulla tiges (albero) come se volessimo caricare l’orologio. Vedremo muoversi un cricco di ritegno. Bene. Tenendo fermo l’albero allontaniamo il cricco dalla ruota su cui opera e controlliamo lo scorrimento della tiges in modo che l’orologio si scarichi dolcemente. Il tutto per togliere la pressione della molla. Se non lo avessimo fatto, una volta tolta l’àncora il ruotismo si sarebbe scaricato violentemente, rompendo probabilmente qualche perno delle ruote.
Questo orologio specifico è dotato di àncora, ma negli orologi a scappamento a cilindro togliendo il solo bilanciere il ruotismo viene liberato. Per cui è bene abituarsi a scaricare la molla come prima cosa.
Il bilanciere
Passiamo ora alle fasi vere e proprie dello smontaggio.
Il bilanciere estrae con facilità. Non dovremo smontarlo (questa operazione la vedremo in una delle prossime puntate). Svitiamo la vite del suo ponte. Infiliamo il cacciavite nella parte posteriore del ponte dove troveremo un varco. Facciamo leggermente leva. Prendiamo poi il ponte lateralmente con le preselle da lavoro e estraiamo verticalmente.
Una volta liberato, il bilanciere va riposta a “pancia in sù”, in modo che la spirale si adagi sulla parte inferiore del ponte capovolto.
Àncora e ruota di scappamento
Ci aspettano ora due parti più semplici. Estraiamo l’àncora liberando il suo ponte. Ricordatevi che ogni pezzo dell’orologio va rimosso in senso verticale per non danneggiare i perni.
Nel caso del nostro “Goliath” anche la ruota di scappamento è dotata di un proprio ponte. Rimuoviamo anche quello e poi la ruota operando come sappiamo.
Se la molla è sana, ora caricandola delicatamente vedremo il ruotismo scorrere libero. Se così non fosse significa che c’è qualche ruota, perno o grano (oppure rubino) rotto.
Ruotismo e bariletto
Ci resta solo da smontare proprio ruotismo e bariletto (il “contenitore” della molla). Nulla di più semplice: basta rimuovere le viti e sollevare il ponte.
Teniamo conto che nella maggior parte degli orologi moderni il bariletto è dotato di un proprio ponte, separato da quello del ruotismo
Fatto ciò, e smontata ogni singola ruota, concentriamoci sul bariletto. Esercitiamo una pressione in verticale facendo fulcro sul perno in modo da aprirlo.
Individuato il guasto
Possiamo ora vedere che la molla del nostro Lido è rotta. Ma lo avevamo già dedotto notando l’impossibilità di caricare e “sentendo” il gioco di carica troppo libero.
Per oggi direi che basta così. Nelle prossime puntate sostituiremo la molla e provvederemo a pulitura, lubrificazione e rimontaggio.
Tenete conto che il “nemico” è la fretta. Quando ci si siede a banchetto occorre mantenere il massimo della calma (come è ovvio). Una tecnica consigliata nelle scuole che ho frequentato consiste nel compiere ogni movimento in modo molto lento. Si acquisisce così la massima sicurezza. Provare per credere.
Grazie per le interessanti nozioni,anche per chi non è un orologiaio e profano. Bello!
Mario Salerni